Tour Rinascimento Romano
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Rinascimento significa rinascita, trionfale rinascita dell’uomo che riscopre e riprende la grande cultura classica greca e romana. A partire al XIV secolo a Roma la grande arte antica è studiata e riusata come modello perfetto per una nuova stagione dell’arte. Questo tour ripercorre i luoghi più importanti di questa grande rivoluzione culturale, mostrando e spiegando i capolavori artistici che ne sono il prodotto.
Rinascimento significa rinascita, trionfale rinascita dell’uomo che riscopre e riprende la grande cultura classica greca e romana. A partire al XIV secolo a Roma la grande arte antica è studiata e riusata come modello perfetto per una nuova stagione dell’arte. Questo tour ripercorre i luoghi più importanti di questa grande rivoluzione culturale, mostrando e spiegando i capolavori artistici che ne sono il prodotto.
- Campidoglio con vista sui Fori Romani
E’ il 1538 quando Paolo III chiese a Michelangelo, mentre era immerso nella titanica fatica del Giudizio Universale, di rinnovare la più simbolica tra le piazze capitoline: il Campidoglio.
Il desiderio era di creare un grandiosa cornice architettonica all’aperto per uno dei luoghi piú emblematici della vita politica romana. Come elemento centrale fu scelto l’antico monumento equestre de Marco Aurelio in bronzo, un “sopravvissuto” della antica gloria, simbolo di una ricostruita armonia tra papato ed impero. Ed è attorno ad esso che si snoda la nuova piazza, un capolavoro di irregolare e dinamico equilibrio che si rivela al visitatore gradualmente, mentre affaticato sale la scalinata. All’ovalita´ della pavimentazione risponde il profilo trapeziodiale della pianta, smussato e nascosto dalle linee rette dei palazzi. Un piccolo borgo a se stante, un luogo immortale che rinasce nuovo eppure antico, genialità pragmatica del divino Michelangelo.
Costeggiando il palazzo Senatorio si guinge alla terrazza sui Fori, posta alla stessa altezza delle arcate del Tabularium, l’Archivio di Stato di Roma antica, da dove Michelangelo osservava nelle calde serate autunnali il campo vaccino e i suoi monumenti sommersi dai secoli. Potremo godere della stessa vista anche noi, alla ricerca di basiliche, templi ed altri antichi luoghi quasi incomprensibili ed illegibili eppure lí presenti come memoria confusa di uno splendore ormai passato.
- S.Maria in Aracoeli, l'antico e il rinascimento
Tra le venerabili ed antiche chiese di Roma S. Maria in Aracoeli riveste un ruolo speciale. 122 gradini di antico marmo ci accompagnano ad una semplice facciata in mattoni, il però luogo è tra i più sacri di Roma: qui si trovava il tempio dalla madre di tutti gli dei - Giunone Moneta - che era anche la sede della Zecca di Stato. Ed proprio qui, secondo la leggenda medioevale, che Augusto ebbe la visione della Vergine che teneva in braccio il Cristo re, salvatore del mondo che gli annunciò l’inizio della nuova era cristiana. L’imparatore vi fece porre un altare, una ara sacra, l’Ara Coeli appunto, da cui prende il nome la chiesa.
Entrando è subito protagonista l’antico, 22 colonne provenienti da edifici classici sorreggono la Basilica, vestigie di un glorioso passato che deve aver impressionato non poco i visitatori nei secoli. L’infinita scacchiera di monumenti funebri, sul pavimento come sulle pareti, è esempio insuperabile del genere. Donatello, gigante della scultura fiorentina, scolpi’ in uno dei suoi misteriosi viaggi romani la pietra tombale di Giovanni Crivelli. Andrea Bregno, massimo maestro della scultura romana del Quattrocento, è autore del monumento al Card. D’Albert. Testimoni del grande Duecento romani sono a loro volta i monumenti a Matteo d’Acquasparta e Luca Savelli.
Il più grande tesoro artistico dell’Aracoeli è però pittorico: la Cappella Bufalini, affrescata nel 1486 da Pinturicchio con episodi della vita del santo francescano Bernardino da Siena. Angeli musicanti, paesaggi dal lungo orizzonte e architetture dalle prospettive equilibratissime fanno da ambiente alle storie del protagonista ed alla sua trionfale ascesa al cielo. Assoluto capolavoro di irraggiunta ispirazione che da solo vale la fatica di salire i 122 gradini d’ascesa alla chiesa!
- Palazzo Venezia, il primo edificio rinascimentale a Roma.
Affiancato dal monumentale e bianchissimo monumento a Vittorio Emanuele II e fronteggiato dal neo-medioevale palazzo delle Assicurazioni Generali, sopravvive il palazzo di Venezia. E’ il primo grande edificio rinascimentale romano, costruito da Pietro Barbo nella metà del Quattrocento come suo palazzo cardinalizio e poi ampliato con la sua elezione a Papa col nome di Paolo II. Il nome del palazzo si deve al fatto che nel XVI divenne Ambasciata della Serenissima Repubblica di Venezia eppure le sue architetture sono quanto di piú romano-rinascimentale si possa trovare nella grande architettura monumentale cittadina.
Le alte facciate che ricordano più una fortezza che un palazzo cardinalizio nascondono due delziosi cortili quattrocenteschi con arcate in travertino dalle forme simili agli arconi del Colosseo. Grandezza e rigore geometrico sono protagonisti della grande fabbrica, progettata e portata avanti da diversi architetti (B.Rossellino, Giuliano da Maiano, Baccio Pontelli) ma basati sul codice architettonico rinascimentale di Leon Battista Alberti, mirabilmente espresse del De Re Aedificatoria del 1452 dedicato al Papa stesso. Architettura rinascimentale dunque come rilettura rigorosa dell’equilibrio geometrico degli edifici antichi.
Dietro ad alte mura d’intonaco marrone la scoperta della perfetta forma classica, ricodificata e ricostruita in grande a pochi passi delle rovine che ne sono l’esempio teorico...Solo Roma puó questo!
- S.S. Apostoli, il rinascimento romano riscoperto.
Demolita e ricostruita nel Settecento la chiesa dei Santi Apostoli conserva ancora alcuni dei suoi tesori rinascimentali, custoditi in un monumentale impianto basilicale tardo-barocco chiuso dal meraviglioso affresco del Trionfo dell’Ordine Francescano del Baciccia sulla volta. L’opera piú famosa della chiesa è addirittura di fine Settecento: il monumento funebre di Clemente XIV scolpito da Antonio Canova.
Altri due sepolcri che facevano parte della chiesa antica ci introducono peró alla sua storia rinascimentale: i Monumenti funebri di Raffaele della Rovere e Alessandro Riario, personaggi della Curia romana che vissero quando la chiesa fu dotata del celeberrimo coro affrescato da Melozzo da Forlí ed ora conservato in frammenti presso la Pinacoteca Vaticana.
Le risistemazioni settecentesche, come detto, distrussero le grandiose decorazioni quattrocentesche ma nel 1959 accadde il miracolo: l’architetto Clemente Busiri Vici nel corso di alcuni lavori di risistemazione scopri’ murata parte di una cappella funebre finemente affrescata. Era la perduta, cosi almeno si credeva, cappella funeraria del Cardinal Bessarione, importante figura di monaco orientale, (era nato a Trebisonda su mar Nero) che importó a Roma la grande cultura filosofica greca e che per tutta la vita con incessante azione diplomatica tentò l’unificazione della Chiesa orientale con la Chiesa di Roma al fine di costuire, speranza vana, una santa alleanza per la liberazione dell’oriente crisitano ormai sotto il dominio turco.
Entrando negli ambienti della cappella, miracolosamente intatti, ci si trova di fronte ad un vero trionfo dell’arte rinascimentale: affreschi con curiose storie di S. Michele arcangelo ed un gustosissimo coro di angeli sulla volta. L’opera è il risultato di una brillante collaborazione tra Melozzo da Forlí - il grande artista sceso dal nord per portare a Roma le ultime tendenze dell’arte moderna – e Antoniazzo Romano - talentuoso pittore laziale dalla maniera spesso conservatrice ma che qui è aggiornatissimo e modernissimo!
- S. Maria sopra Minerva, una chiesa scrigno.
Chiesa principale dell’ordine Domenicano a Roma, “la Minerva”, nei suoi sette secoli di esistenza, è diventata un vero museo di tesori artistici e storici. Non solo, essa ospita tombe di uomini e donne illustrissimi: Papi, cardinali, santi ed artisti. La tomba più illustre appartiene però, una volta tanto direi, ad una donna, una grande santa e mistica morta na Roma nel 1380: Caterina da Siena!
Gia´ la severa facciata è capolavoro del severo primo Rinascimento, all’interno poi, passeggiando tra le cappelle potremo incontrare opere d’arte straordinarie dei piú grandi maestri che hanno calcato il suolo della cittá eterna. Alcuni esempi? Antoniazzo Romano con la sua delicata Annunciazione, Sangallo il Giovane con i monumenti a Leone X e Clemente VII, il miglior Mino da Fiesole con la tomba di F. Tornabuoni, e poi ancora opere di Barocci, Bregno, De Vecchi, Bernini, Melozzo, Saraceni...
Due sono peró i capolavori assoluti di fama mondiale, opere fondamentali del Rinascimento: il Cristo Risorto scolpito da Michelangelo e la Cappella Carafa affrescata da Filippino Lippi.
Il Cristo Risorto del Buonarroti, terminato nel 1521, è una straordinaria prova di moderinità! Pur imbrigliato da precise indicazioni iconografiche, Michelangelo cambia di nuovo le carte in tavola e si allontana dal confronto con la statuaria antica, punto ormai fermo di tutta l’arte del periodo. Il marmo è un nudo ponderato e impeccabilmente rifinito (dagli allievi pare) ma l’anatomia del corpo è rivoluzionaria. Il Cristo, eroico e trionfante, risorto dopo la morte avanza bellissimo e suggerisce una torsione che sará modello per le figure serpentinate dei Manieristi che verranno. Alcuni studiosi ne hanno messo in dubbio addiruttura la paternità, altri la considerano oper per la maggior aprte di allievi, eppure basta osservarla per riconoscere la mano del geniale scultore toscano, visione straordinaria!
Nel transetto destro troviamo invece la Cappella Carafa affrescata dal grande pittore fiorentino Filippino Lippi. Figlio dell’omonimo Filippo suo padre e collaboratore di Botticelli, Filippino viene a Roma nel 1488 a seguito del maestro impegnato nella Cappella Sistina e nella Cittá Eterna, come d’incanto, scopre la decorazione classica! La cappella ne è l’esempio più bello, un trionfo di colori e personaggi di cui i protagonisti assoluti sono la Vergine Maria, cui è dedicata la chiesa e S.Tommaso d’Aquino, Dottore della Chiesa e lontano parente del committente.
Maria compare al centro “Annunciata” in un interno perfettissimo, memore degli insegnamenti fiamminghi, poi in alto “Assunta” in cielo con una schiera di angeli bellissimi e riccamente vesiti che la accompagnano. Essi, schierati attorno a Maria, spingono in alto la nuvola su cui ella poggia e suonano una marcia nuziale che chiaramente non sentiamo ma ancor più chiaramente possiamo vedere, grazie alla geniale creazione di Filippino, che qui mostra veramente tutto il suo talento. La Vergine sarà sposa di Cristo, “Sponsa Cristi” in cielo ed allegoria della Chiesa tutta.
In basso gli apostoli osservano il miracolo conversando e camminando tra rovine romane. Ai lati poi le storie di S.Tommaso che “in Cattedra” sconfigge con fede e sapienza le eresie. Gli eretici gli rendono onore e attendono il rogo dei libri proibiti sparsi in terra. Uno straordinario paesaggio ambienta la scena, condito in fondo dal Marco Aurelio in bronzo. Cappella incredibilmente bella e densa di arte e simboli, vero e puro capolavoro del Rinascimento romano, dipinto da un pittore cresciuto e formatosi nella grande fucina di geni che fu la Firenze del ‘400, il quale però raggiunse l’apice della sua arte solo dopo e grazie all’ispirazione che lo colpì a Roma. Imperdibile...
© Christiaan Santini
© Christiaan Santini
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